sabato 31 ottobre 2015

GIORNI 51: meritata cenetta

Oggi la monotonia ha preso il sopravvento. Io a casa con un emicrania fortissima, Eli in giro a fare una passeggiata perchè nel pomeriggio i bambini non erano pronti e stavano dormendo. Per cui dopo un'intera giornata nella quale non si ha tirato insieme quasi nulla abbiamo deciso che ci meritavamo una cenetta. Siamo partite in direzione del Hotel du Chutes, che dista circa 500 metri da casa. Arrivate sotto al terrazzo però abbiamo sentito delle voci occidentali, inglesi diciamo. Abbiamo capito che c'erano tutti i volontari che come spesso di venerdì si trovavno per la loro cena in quel ristorante. Dal nostro sguardo abbiamo capito che avevamo la stessa identica idea in testa: andare da un'altra parte. Ci sentivamo un po' in colpa in realtà, spesso cerchiamo copagnia e poi quando potremmo averla ce ne andiamo... Però d'altro canto quando non si ha voglia di impegnarsi in discorsi complicati ed in inglese è così e basta. Facendo inversione a U siamo quindi tornate in direzione del nostro albergo, ma anzichè svoltare a sinitra verso l'entrata siamo andate a destra, verso l'Hotel du Lac, a ben 10 metri da casa. Per la prima volta siamo riuscite ad ordinare un insalata senza cipolle. Abbiamo dovuto dirlo al cameriere 5 volte. Per loro l'idea di non metterci le cipolle (IN QUALSIASI COSA) è stranissima e fuori dal comune. Poi diciamo che io sono andata sul sicuro prendedomi un "bel" toast, mentre che Eli ha avuto il coraggio di assaggiare un piatto africano di verdure, risultato poi molto buono. Durante la cena abbiamo avuto modo di parlare di tutti i bambini del centro, scambiarci idee e opinioni. Cercare di capire come fare e/o cosa migliorare. Il fatto che siamo sempre insieme noi due non implica determinati discorsi. Spesso il contesto "casa" ci rende ancora più stanche per cui ci limitiamo nel parlare di argomenti semplici, non impegnativi. Il fatto di essere fuori a cena, in un nuovo contesto, anche se in linea d'aria a 40 metri dalla nostra camera da letto, ci ha spinte a parlare più approfonditamente.
Ecco, dopo questo post piuttosto culinario potrebbe quasi sembrare che la nostra vita giri attorno al cibo, il che è assurdo essendo in Africa... però dobbiamo ammettere che ci sono giornate nelle quali davvero non succede nulla. D'altronde è come essere a casa, non sempre si hanno cose da fare... O meglio, non sempre si ha voglia di fare chissà che :) 

P.s. lo so questi post possono sembrare noiosi ma passato l'entusiasmo delle prime settimane in cui tutto è nuovo e strano anche il nostro viaggio in Africa sta prendendo una piega di routine... SCUSATE :D



venerdì 30 ottobre 2015

GIORNO 50: METÀ :)



Oggi è giovedì e sentendoci in carenza vitaminica abbiamo deciso di andare alla ricerca di frutta e verdura a Kamembe. Il mercato ortofrutticolo ha accesso attraverso due vicolini larghi circa 2m dove al lato sono sedute tutte queste donne che vengono carote sedano e pomodori… Una volta entrati al “coperto” ci sono dei bancali di legno con depositato sopra di tutto!! Ci sono cesti appoggiati ai lati del corridoio e botteghe di tutti i tipi (anche di ciabatte elettriche per intenderci). Bisogna stare attenti dove si cammina perché è sterrato e il suolo  è irregolare e pieno di buchi. Ovviamente come le persone ci vedono ci “attaccano” nel senso che associano il colore della nostra pelle al fatto che siamo piene di soldi, che forse in confronto a loro è poi vero. A questo punto della nostra esperienza riusciamo a rispondere loro con qualche parola in kinyarwanda e ci muoviamo tra la folla con “nochalance”, tranquillamente. Il mercato, come detto ha accesso attraverso due vicoli paralleli. Per fare il “giro a U” del mercato occorre attraversare a metà una una “galleria” in cui passa una persona alla volta, in discesa, tra i sacchi di farina  depositati. È un impresa da equilibristi insomma. Iniziamo a divertirci a passare il tempo in questi luoghi, le persone sono gentili e ora che conosciamo più o meno i prezzi non possono più fregarci. Il baratto è un momento che a me diverte moltissimo.  Quando dicono il prezzo di un prodotto, con Elisa ci guardiamo e ridendo gli facciamo la battuta: “I vostri pomodori costano come il viaggio da Kigali fin qui!!” o qualcosa di simile. Allora loro capiscono che non siamo così sceme e iniziano a scendere di prezzo.  Formano un mucchio con la verdura e dicono quanto vogliono, alche le guardiamo, aggiungiamo qualcosa a quel mucchio e diciamo che così va bene. Loro accettano anche perché pur abbassando il prezzo, qualcosa in più da noi guadagnano sempre.  Per quanto divertente sia è però altrettanto stancante, quindi dopo il tour al mercato ci godiamo una meritata bibita in un qualche ristornate :)


Immagini prese da internet, non sono del nostro mercato ma la situazione è molto verosimile:


Giorno 49: un rilassamento poco rilassante

Oggi giornata di pioggia...la passeggiata del pomeriggio è annullata e noi, stanche e senza energie (sarà colpa della luna?), proponiamo un pomeriggio di rilassamento con i bimbi.
Mettiamo una musica tranquilla (Vad Vuc e Finardi :P) e facciamo sdraiare i bimbi. E qui iniziano le prime difficoltà: non vogliono stare sdraiati, si stuzzicano a vicenda e non stano fermi. Noi disperate chiediamo aiuto al terapista ma anche lui non riesce a farli calmare.
Imperterrite cerchiamo di tranquillizzarli facendo passare un lenzuolo sopra di loro e per alcuni sembra funzionare: un paio di tranquillizzano e si addormentano. Ma questa calma dura ben poco: dopo circa un minuto si agitano tutti di nuovo ed iniziano a giocare con il telo. Allora cambiamo metodo: facciamo rotolare il grande pallone sopra di loro e anche in questo caso inizialmente sembra funzionare ma poi iniziano a giocare con il pallone lanciandoselo.
Ok...abbiamo capito che il rilassamento non potrà funzionare così cambiamo musica e iniziamo a giocare a palla. Questo gioco sfocia in una lotta di cuscini e di solletico....è così con i bambini: non si può mai prevedere come andrà a finire l'attività. L'importante è che si divertono.
Ed è così che è andata a finire la nostra giornata: da rilassamento a lotta di cuscini...Magari un'altra volta funzionerà la calma :)
Buona notte a tutti
Un'istantanea del momento di delirio (in primo piano ecco a voi l'egocentrico Passi/Pascal)



 
Un video del gioco post-rilassamento...

GIORNO 48: Bebèèèèè

Stamattina andando al lavoro abbiamo incontrato il terapista che ci ha detto di andare al centro di maternità.. Mamma Fiona (Fiona è una bambina del centro) ha partorito durante la notte una bella bimba e ci teneva a mostrarcela. Come entrate ce l’ha piazzata in braccio sorridendo.  Tenere tra le braccia un fagottino di qualche ora è un emozione bellissima … allo stesso tempo però c’è la paura di farle del male e la si tiene come fosse fatta di cristallo.
La mamma era super felice e in gran forma. Girava per la stanza, allattava un po’, poi metteva a posto i vestiti.  Aspettava l’arrivo del marito per dare il nome alla figlia… essendo però lui lontano occorreva attenderlo quasi tutta la giornata. Durante la mattinata al centro vedevamo Mamma Fiona camminare in giro per il centro per impachettare le sue cose, il neonato l’avevo lasciato in custodia in maternità e lei come se niente fosse successo preparava i suoi bagagli (qualche sacco di plastica). Siamo rimaste colpite dall’aiuto dato delle altre mamme. Infatti, Mamma Divine, la più anziana e con più figli, da quel che abbiamo capito, ha passato la notte con questa ragazza per aiutarla nel parto. Al mattino poi le altre mamme si davano il cambio per occuparsi dell’altra figlia, quella che svolge le terapie al centro. Le davano da mangiare, le cambiavano il pannolino… Tutte felicissime,  soprattutto che il parto fosse andato bene!!!  Nel pomeriggio, finito il lavoro, eravamo nell’ufficio dei due terapisti quando la “neomamma” è entrata timidamente e con uno sguardo un po’ triste. Noi già eravamo spaventate e pensavamo fosse successo qualcosa alla bimba. Lei parlava con loro in kinyarwanda e a tratti guardava noi due come se anche noi eravamo perfettamente al corrente di quello che stava dicendo.  La suora, in maniera un po’ brusca le ha ha parlato e dal tono intuivamo che stava rifiutando un favore.  Abbiamo saputo in seguito che la donna era stata multata dal centro di maternità perché durate i nove mesi di gravidanza aveva fatto soltanto due visite dal ginecologo mentre ne sono obbligatorie quattro. Probabilmente lei non pensava che sarebbe finita nel partorire in un centro ospedalizzato e speculando sul fatto che avrebbe avuto il figlio nel suo villaggio, probabilmente in casa. Evitare le visite era stata una questione di risparmio. La multa era di 5'000 franchi rwandesi (5.50 euro) e lei era disperata perché si trattava di una cifra troppo alta per lei. Probabilmente sperava in un nostro aiuto, cosa che non abbiamo fatto. Non perché non potevamo chiaramente, ma perché se fai un favore ad una donna poi sei “moralmente obbligato” a farlo a tutte, per una questione di correttezza. Non possiamo permetterci di creare delle differenze. È importante restare sempre neutre. Non sappiamo come sia andata a finire ma prima di andare a casa siamo passate a salutarla in maternità e dopo aver anche conosciuto suo marito, ce ne siamo andare a casa felici e ancora emozionate per quella bellissima bimba, Francine.


Lei è mamma Fiona con Fiona:

Da sinistra: Mamma Patrick (con in braccio Yvonne), Mamma Divine e Mamma Fiona

Giorno 47: Una festa a sorpresa

Oggi giornata più che normale al lavoro: alla mattina terapie individuali con i bimbi e al pomeriggio giochi tutti assieme. Tutto procede bene e l'ambiente è molto più rilassato e vivibile. Ci dicono che alle 16.30 ci sarà una riunione con tutte le mamme e le persone che lavorano al centro (calzolai, sarte e terapisti). Noi subito pensiamo: "che noiaa". Alle 16.20 iniziano a preparare le panchine per tutti e iniziamo a spostare di fuori i bambini. Ci dicono che io e Martina dobbiamo sederci sulle sedie poste davanti a tutti e non capiamo perché...ci sentiamo parecchio imbarazzate e non riusciamo a capire cosa sta succedendo. La suora responsabile del centro prende la parola e inizia a spiegare in francese che sono molto contenti del nostro lavoro e che sono venuti a sapere che abbiamo festeggiato da poco il compleanno quindi ci tengono a festeggiarci anche loro. Dice che nella loro cultura quando si festeggia si balla sempre e allora tutte le mamme iniziano a cantare, suonare i tamburi e a ballare assieme ai bambini. Uno spettacolo emozionante. E le canzoni sono bellissime! Noi ci uniamo ai balli (moooolto imbacciate....loro hanno il ritmo nel sangue) e ci divertiamo con loro felici ed emozionate. Dopo qualche ballo la suora riprende la parola e dice che solitamente, in Rwanda, non si festeggia molto il compleanno ma sopratutto l'onomastico e le feste patronali. Ci dice che comunque ci tengono a manifestare la loro gioia con noi e quindi ci cantano "Tanti auguri" in kinyarwanda (prometto che cercherò di impararlo prima che torno) e ci portano dei magnifici regali. Un vaso di fiori e una scatola tutta impacchettata e decorata: all'interno ci sono dei biscotti e il tipico cestino simpolo del Rwanda con dentro un lecca lecca. Sono regali molto semplici ma fatti con il cuore e che hanno un grandissimo valore affettivo per noi...Inizialmente ci sentiamo molto imbarazzate ad essere noi "umuzungo ricche" a ricevere del cibo. Invece di biscotti ce n'è per tutti e quindi facciamo merenda assieme ai bimbi cantando e ballando.
Una grande festa di compleanno insomma...degna di quelle svizzere!
Le sorprese non sono ancora finite: tornate a casa ci aspetta una torta buonissima che condividiamo con la responsabile del centro per ringraziarla della bellissima sorpresa e del pensiero. Inutile dire che quella torta non è durata molti giorni...maaa va bene così :P
È stata proprio una bellissima sorpresa e questo ci ha fatto capire quanto ci vogliono bene e che ci hanno accettate ed incluse nella loro comunità. È una sensazione bellissima ed ora sappiamo che i nostri sforzi per cercare di integrarci hanno dato i loro frutti :)
Beh ragazzi...di nuovo buon compleanno a noi ;)



GIORNO 46



Oggi è domenica ed essendo ancora abbastanza stanche dalla visita ai gorilla di ieri abbiamo deciso di dedicarci al dolce non far niente. Verso le 17 però siamo andare a casa di un amico che ci ha passato attraverso un hard-disc tantissimi telefilm e film (in inglese) da guardare. La nostra vita sociale è ufficialmente finita ;)

domenica 25 ottobre 2015

GIORNO 45: Gorilla per il compleanno dell'Eli :)

Congo, Bukavo 24 ottobre 2015: Sveglia alle ora 05:40...la Marti è in bagno perché sta male e io ne aprofitto della sveglia presto per vedere l'alba :D
Dopo una sostanziosa colazione (almeno per me...la Marti nulla per via dei problemi di stomaco) prendiamo il taxi di Tim che ci condurrà dritte dritte ai gorillaaaaa :D Io eccitatissima, la Marti intenta a non stare male, osservo lo splendido panorama: il lago (che è così grande da sembrare mare), la campagna, le piantagioni di the, le palme, la gente che lavora,...una volta lasciata la strada principale ci mettiamo su una strada sterrata piena di buche. Ad un certo punto ci sono dei piccoli laghi sulla strada ma il nostro taxi non si lascia intimorire e prosegue senza problemi come fosse un battello. Dopo circa un'ora di strada arriviamo all'inizio della foresta protetta, il Kahuzi Biega park, dove vivono i gorilla, elefanti (ma più in pianura), antilopi e altre scimmie. Veniamo accolte da il responsabile delle visite dei gorrila che, dopo averci offerto del the, ci spiega un po' la storia dei gorilla e come funziona la visita. Trovate tutte le info sul sito del parco Kahuzi Biega o sul sito dell'hotel Lodge CoCo.

Questi gorilla, i Eastern Lowland Gorill, che ci sono nella foresta non sono quelli di montagna ma sono molto simili. Hanno un solo maschio all'interno della famiglia e poi tutte le femmine con i piccoli (solitamente la femmina fa un piccolo alla volta ma capita che nascano dei gemelli). Una volta che i piccoli maschi crescono lasciano la famiglia per formarne una nuova. Ci hanno raccontato che loro seguono e monitorano a vista circa una decina di famiglie di gorilla e che stanno abituando alla presenza umana altre famiglie (per ora sono 2 abituate). Le persone che monitorano i gorilla e che praticamente vivono con loro sono la maggior parte pigmei poiché sono la popolazione che meglio conosce la foresta, visto che prima che diventasse protetta loro la abitavano. Il responsabile ci ha poi raccontato la storia della famiglia di Chimanuka, ovvero quella che vedremo noi. È composta da 36 membri il capofamiglia (l'unico maschio adulto) è Chimanuka e il resto sono femmine e suoi figli, tra cui anche 4 coppie di gemelli. Ci spiega che non sono pericolosi ma bisogna stare attenti a non toccare i piccoli perché potremmo fare qualcosa di sbagliato e quindi provocare l'ira della mamma o del papà...e questo non sarebbe per nulla carino!! Visto la forza e la mole di questi bestioni (c'erano delle ossa di gorilla in mostra alla partenza e un loro femore è alto come me!). È bellissimo perché le guide e il responsabile parlano di questi stupendi animali come se fossero degli umani loro amici...in effetti ci assomigliano molto: gestazione di 9 mesi, un solo capofamiglia, un solo piccolo alla volta, iperprotettivi con i propri cuccioli, non hanno una stagione fertile,... L'eccitazione nel vedere questi animali si fa sempre più grande e abbiamo tutti voglia di partire: hanno finalmente localizzato la famiglia e quindi siamo pronti per partire. Saliamo su una jeep tipica da safari assieme ad altri 6 belgi e partiamo. La jeep ci conduce lungo la foresta fino al punto da dove parte il sentiero per arrivare fino al posto dove i primati sono stati localizzati. Ad attenderci all'inizio del sentiero c'è un pisteur ovvero uno dei pigmei che conosce a memoria il posto e che ci permetterà di non perderci nella giungla. Ci consigliano di coprirci bene e mettere i pantaloni nelle scarpe in modo da evitare insetti e cose strane. Ed è qui che inizia la vera avventura: ci inoltriamo nella foresta tra liane ed alberi altissimi. La guida e il pisteur vanno spediti e noi facciamo fatica a stargli dietro. Continuiamo ad inciampare, a ricevere liane in testa e io sono pure finita in una mezza sabbia mobile. Dopo circa un'ora di marcia la guida ci ferma,  ci dice di far silenzio e ci dà delle mascherine (per essere protetti da evntuali malattie dei gorilla)...siamo arrivati ai gorrilla...non ci credo! Mi giro e dietro di me c'è un piccolo gorilla (piccolo per modo di dire) a circa 4 metri. Davanti a noi invece ci sono due mamme con rispettivi piccoli. Vederli è un'emozione incredibile!!! E sono così vicini! A meno di 3 metri. Sono bellissimi e sono così umani...fatte le dovute foto a questo gruppo ci spostiamo perché hanno individuato il maschio...e dopo qualche passo eccolo lì: enorme, maestoso con la sua schiena argentata e così elegante nel muoversi...fa un po' paura ma allo stesso tempo ti lascia senza fiato. Chimanuka (che vuol dire: dono dal cielo) è contornato da 4  o 5 piccoli e poco distante ci sono altre mamme con i loro piccoli. Sta mangiando del bamboo: la guida ci ha spiegato che i gorilla hanno 4 stagioni per nutrirsi e che siamo nella stagione del bamboo quindi sarà difficile vedere tutti gli esemplari assieme perché sono dispersi alla ricerca dei germogli più giovani e buoni. Ad un certo punto stiamo osservando e fotografando Chimanuka quando lui si gira ed inizia ad avanzare verso di noi...non vi dico che paura!!!!! Però tutto bene perché si ferma si siede e riprende a mangiare. Attorno a noi, sugli alberi, sono sparsi altri gorilla piccoli che mangiano oppure giocano. Non si vedono ma si sento...e la Marti lo ha sentito bene: era seduta (perché non stava molto bene) quando ha sentito il rumore di rami spezzati e si è ritrovata a un metro da un gorrilla che quasi gli cade in testa...povera :)
Siamo tutti persi nell'osservare questi splendidi animali che mangiano, si riposano e giocano quando una delle femmine si batte i pugni sul petto. La guida la imita e poi ci spiega che gli
ha fatto capire che siamo suoi amici e non siamo pericolosi. Ci spiega anche che se stiamo in gruppo non ci attaccheranno mai, se invece uno di noi si stacca e fa un movimento brusco che può spaventare gli esemplari adulti rischiamo di venire attaccati...e li sono cavoli amari!!
Dopo non so quanto tempo lasciamo i nostri nuovi amici in pace e, emozionati e senza parole, torniamo verso la jeep. La strada di ritorno sembra più lunga di quella di andata e, visto che è anche ora di pranzo e siamo tutti in calo di zuccheri, continuiamo ad inciampare e a rischiare di cadere. Dopo circa un'ora e un quarto e mille peripezie, tra cui anche la pioggia, raggiungiamo la jeep. Sul viaggio di ritorno tutti sono intenti ad ammirare le foto fatte ma noi, da buone donne, iniziamo a parlare e ci informiamo sull'origine dei nostri compagni di avventura. Sono dei medici che lavorano per Medecines sans vacans (si chiama proprio così!!!) con due loro amici che sono venuti a trovarli in moto. Coraggiosi i nostri amici belgi :P
Raggiunto il campo base salutiamo tutti, ringraziamo la guida che ci ha permesso di fare questa splendida esperienza, e saliamo sul nostro taxi in compagnia del veterinario del parco e di sua moglie. Il veterinario ci racconta un po' del suo lavoro, ci dà qualche informazioni in più sui gorilla e dai suoi racconti capiano che sono veramente come persone. Un po' di invidia per il suo lavoro ce l'ho...quasi quasi cambio e vado a fare la fisioterapista dei gorilla (tanto tra di loro c'è un piccolo con un braccino monco...potrei procurargli una protesi che dite?).
Il taxi procede a sobbalzi a causa della forte pioggia che ha reso ancora più profondi i buchi esistenti. Ad un certo punto, in mezzo allla piantagione di the, ci fermiamo. La nostra povera macchina non è un 4x4 e quindi non riesce a superare questa buca...continua a scivolare. Dopo parecchi tentativi il tassista chiede al gruppo di curiosi, che si è fermato a guardarci e salutarci, di aiutarlo a spingere il taxi...così circa 30 persone si mettono dietro e spingono e alla fine riusciamo ad uscire dalla buca. Ovviamente vogliono una ricompensa: una foto con il tassista e qualche. È bellissimo come qua ci si aiuti a vicenda.
Il resto del ritorno procede tranquillo fino a quando, all'entrata di Bukavu, ci si ferma ad un "check point", il tizio ci fa aprire il baule e ovviamente...ci approccia: "Da dove venite? Come vi chiamate? tornerete a trovarci?" Nemmeno i "poliziotti" si trattengono dai complimenti -inquietanti-.
Finalmente arriviamo all'albergo: recuperiamo le nostre cose e ringraziamo Carlos (lo svizzero) per la bellissima oppurtunità che ci ha dato. Risaliamo sul taxi che ci conduce alla frontiera. Siamo esauste e non vediamo l'ora di ritornare a casa ma, ovviamente, non può andare sempre tutto liscio. Alla frontiera ci fanno un po' di domande sul perché eravamo in Congo ma noi, da brave africane che siamo diventate, abbiamo imparato che bisogna un po' "fare i lecchini" con le autorità e quindi dopo qualche battuta i due impiegati dell'ufficio ci dicono di ritornare presto in Congo e ci lasciano partire.
Controllo febbre, ponte, saluto al nostro amico dell'ufficio immigrazioni (che ci ha dato il CEPGL) e finalmente raggiungiamo la nostra doccia e il nostro letto.

Dopo aver riposato un attimo io mi preparo per uscire e festeggiare il mio compleanno :) Marti invece collassa sul letto...poverina...mi sento un po' insensibile a lasciarla a casa da sola ma lei mi dice che non ci sono problemi. Ovviamente nel momento in cui sto per uscire inizia a piovere...allora ritorno in camera veloce e mi metto tutta l'attrezzatura per la pioggia...sooo sexyyy.
Arrivata al ristorante incontro Sarah e un suo amico sordomuto. Chiacchieriamo e gesticoliamo alleggramente...io imparo una qualche parola nel linguaggio dei segni: è fantastico...è come una pantomima e non è nemmeno troppo difficile anzi molto inuitivo. Ora so come dire Svizzera, altre nazioni, grazie, caldo, freddo, ti voglio bene, e altre parole!!
Dopo cena arrivano altri amici e passiamo una bella serata a chiacchierare fino a quando la band del locale non inizia a cantare happy birthday...che figüüüüür...per fortuna è tutto buio e non si vede che sono diventata rossa!!

Verso le 23 inizio ad essere stanca (mi sono svegliata tanto presto) e così saluto tutti e abbandono...
È stata una giornata molto emozionante e divertente. Penso che mi ricorderò per molto tempo questo bellissimo compleanno...io direi che dopo questa spatafiata è giunta l'ora di andare a nanna quindi vi saluto e vi lascio con qualche foto dei nostri amici...giusto per accrescere un po' la vostra invidia :P ciaoooo